Genova: clandestini in catene al lavoro

Lavoro nero: A Genova clandestini in catene al lavoro nei cantieri edili

Lavorare con un gomito fratturato, con la catena ai piedi per non perdere 10, 20 euro al giorno. Lavorare mentre il padrone ti urla di tutto davanti agli altri, mentre ti minaccia, mentre ti umilia, mentre ti picchia. Si scrive caporalato, ma si legge schiavitù anche nella civilissima, rigorosa Genova dove la polizia ha trovato un' organizzazione - i soci palesi di un'azienda edile, genovesi, e un socio occulto, un rom sinti.

L' organizzazione faceva caporalato, utilizzava romeni e nordafricani al nero, li rendeva schiavi per 10 euro a giornata. I tre sono stati denunciati. Poco, troppo poco deve aver pensato il romeno costretto a lavorare con il gomito fratturato. Poco, deve aver pensato il suo amico e collega che è stato incatenato. Poco, ma almeno datemeli ha detto l'extracomunitario che non ha ricevuto la paga e che è andato dalla polizia per reclamare quello che era suo: 10 euro al giorno. Pochi, maledetti, subito. Non protestavano i romeni e i nordafricani che venivano reclutati di mattina presto in pieno centro a Genova da Antonino Leotta, 57 anni e Bruno Pistarino, 77 anni, soci di una impresa edile che costruisce sulle colline genovesi. non protestavano perche', come hanno detto alla polizia, meglio cosi' che andare a rubare. Quei 10 - 20 euro che riuscivano a guadagnare facendo lavori edili erano fondamentali. La societa', due soci palesi e un socio occulto, Eugenio Dellagaren, 37 anni, rom sinti: lui, secondo l' accusa, procurava appalti e soprattutto metteva i soldi.

Al reclutamento delle braccia pensavano gli altri. Le storie che questi uomini - romeni, perche' i controlli per i comunitari sono minori, ma anche nordafricani - hanno riportato i verbali di polizia a tempi bui dove per essere schiavi era necessaria la catena. E c' e' stato qualcuno che ha parlato proprio di questo: una catena per punire, ma anche la derisione, lo sberleffo davanti agli altri, la minaccia di perdere questo straccio di lavoro. Associazione a delinquere finalizzata allo sfruttamento del lavoro nero e caporalato: e' questa l' accusa per Leotta, Pistarino e Dellagaren. Una accusa pesante che ha portato pero' solo ad una denuncia. Per Piero Soldini, responsabile immigrazione della Cgil, ''bisogna estendere la possibilita' di avere i permessi di soggiorno non solo alle prostitute ma anche ai lavoratori sfruttati come quelli di Genova''.

14.07.07 - canisciolti.info

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