«Vi svelo come morì Jim Morrison»

Sam Bernett, giornalista e amico intimo del cantante, svela: «Lo stroncò un'overdose nel bagno di un night-club parigino»

LONDRA - I suoi fan più accesi non hanno mai creduto ai referti ufficiali che parlavano di morte naturale dovuta ad una crisi cardiaca. Adesso, nuove e scioccanti confessioni confermano che la rock star Jim Morrison, il celebre «re lucertola» dei Doors, non sarebbe morto nella vasca da bagno del suo appartamento di Parigi, ma fu stroncato a soli 27 anni da un overdose nella toilette di un famoso locale parigino «The Rock 'n' Roll Circus»

NUOVA VERITA' - Questa nuova «verità» è racconta dal giornalista e intimo amico di Morrison, Sam Bernett, nel suo libro «The End - Jim Morrison» che presto uscirà nelle librerie francesi. Il sessantaduenne Bernett ha rilasciato una lunga intervista al «Mail on Sunday» nella quale racconta i retroscena di quella notte tra il 2 e il 3 luglio del 1971. Secondo Bernett, Morrison fu ucciso da una dose massiccia di eroina che il popolare cantante si iniettò nel bagno del nightclub parigino. Successivamente il corpo del cantante fu trasportato nel suo appartamento da due spacciatori di droga. Il giornalista sarebbe poi stato minacciato di mantenere la bocca chiusa e di non dire a nessuno quello che aveva visto.

NOTTE - Adesso probabilmente le autorità francesi riapriranno il caso
Morrison e cercheranno di capire quanto verità vi è dietro queste confessioni. Da anni ormai, autorità e fan hanno ricostruito nei minimi particolari l'ultima notte di vita del cantante americano. Ciò che è certo è che nelle prime ore di quel fatidico 3 luglio c'erano più di 500 persone nel nightclub, tra cui anche la bellissima cantante inglese Marianne Faithfull, ex di Mick Jagger. Morrison arrivò al locale intorno all'una di notte: «Salutai Jim e lui a sua volta mi salutò» confessa al «Mail on Sunday», Bernett. «Non sembrava in gran forma e immediatamente, come d'abitudine, si diresse verso il bar e ordinò una bottiglia di vodka». Successivamente secondo Bernett l'ex leader dei Doors si mise alla ricerca della droga e comprò eroina da due spacciatori che conosceva molto bene e che lavoravano per Jean de Breteuil, un playboy francese e trafficante di droga. Dopo mezz'ora fu avvertito che qualcuno si era sentito male in bagno. Bernett vide il corpo di Morrison, sul pavimento, senza vita. Ecco come descrive questa scena nel suo libro Bernett: «L'estroverso cantante dei "Doors", il ragazzo californiano affascinante e bello era ora un corpo inerte disteso in un bagno di un nightclub».

REAZIONE - La prima reazione di Bernett fu quella di chiamare un dottore. Il sessantaduenne afferma che un medico, di cui non vuol far conoscere le generalità, riconobbe Morrison e esaminò il suo corpo per pochi secondi. Dopo aver diagnosticato la morte del cantante, il dottore affermò che apparentemente sembrava un decesso per arresto cardiaco, ma era chiaro che Morrison era stato ucciso da una dose letale di eroina. A questo punto intervennero i due spacciatori: ignorando la diagnosi del dottore, dissero che Jim era solo svenuto e che era giusto riportarlo a casa. Uscirono dalla porta di servizio caricandosi sulle spalle il corpo di Morrison e lo portarono nel suo appartamento in Rue Beautreillis.

MINACCE - Pochi minuti dopo la tragedia, un uomo legato al proprietario del locale, Paul Pacini, minacciò Bernett: «Il club non è responsabile di quello che è accaduto» disse l'uomo. «E'stato un maledetto incidente, è stato il fato. Noi non abbiamo visto nulla, né sentito niente. Bisogna tenere la bocca chiusa. OK? È la migliore cosa per evitare uno scandalo». Alla fine dell'intervista, Bernett spiega anche perché solo adesso si è deciso a confessare la verità: «Avevo solo 26 anni nel 1971», spiega. «Oggi ho superato i 60 e voglio liberarmi di questo peso. Alla fine ho detto quello che doveva essere detto».

Francesco Tortora - 08 luglio 2007 - corriere.it

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